FAQ

Domande e risposte frequenti

Chi è lo psicolgo?

E’ un professionista sanitario che opera per la salute e il benessere delle persone, dei gruppi e della comunità. Utilizza strumenti e tecniche di intervento psicologico sia in caso di difficoltà, disagio e sofferenza sia, più in generale, per migliorare e sviluppare qualsiasi condizione personale o sociale, valorizzando abilità e risorse al fine di ottenere un cambiamento.

In risposta a situazioni differenti, lo psicologo impiega una pluralità di strumenti e metodi: colloquio clinico, test, osservazione, etc.

Per verificare se un professionista può esercitare la professione, tutti i cittadini possono consultare l’Albo regionale della Lombardia sul sito www.opl.it o l’Albo nazionale sul sito www.psy.it.

Lo psicologo è per i matti?

No.
Purtroppo però si tratta ancora di una convinzione che necessita di essere sfatata: tra le persone che si rivolgono allo psicologo, solo una minima parte soffre di gravi disturbi psichici. Momenti di crisi, eventi stressanti, difficoltà emotive e relazionali sono invece le più frequenti
motivazioni che spingono una persona a contattare uno psicologo (tutti noi attraversiamo questi momenti nel corso della vita!).
Non sempre però è necessario ci sia un malessere come fattore motivante all’inizio di un percorso psicologico: alle volte la spinta può derivare dalla volontà di cambiare o migliorare alcuni aspetti della propria personalità oppure di approfondire la conoscenza di sé stessi. Star bene ma voler star meglio è un diritto.

Quando contattare uno Psicologo?

Meglio prima che dopo.
Ogni momento della vita porta con sé fatiche e momenti di crisi, se stai vivendo una situazione di difficoltà è meglio non aspettare che il problema diventi troppo ingombrante e arrivi a sembrarti senza via d’uscita.
E’ comprensibile che possa spaventare ma la spinta a prendersi cura di sé non è sinonimo di debolezza, rappresenta anzi il primo passo verso il cambiamento.
Oltretutto, entrare in contatto con uno psicologo non implica l’inizio di un percorso: la valutazione iniziale sarà in grado di fornire indicazioni rispetto alle modalità d’intervento più adeguate e solo a quel punto si deciderà se proseguire o meno.

Quanto dura un percorso psicologico?

Non è possibile stabilire a priori la durata di un percorso, in quanto questa è direttamente legata alla specifica situazione e alle sue peculiarità. I fattori che possono influenzarla sono la natura della problematica, la sua entità, il grado di sofferenza che essa comporta e, più complessivamente, la soggettività dell’individuo: se la reazione nei confronti di un mal di testa può essere diversa da persona a persona, questo – data la natura multisfaccettata di ciascuno di noi – è ancor più vero quando ci si trova ad affrontare un disagio psicologico.
Valutati questi elementi durante la fase di consultazione, sarà possibile formulare un’ipotesi di durata del percorso. Sarà tuttavia fondamentale tenere conto delle esigenze cliniche e dell’andamento del percorso stesso.

Allo psicologo posso dire qualsiasi cosa?

Si.
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Tale aspetto viene garantito dall’Art. 11 del Codice Deontologico degli Psicologi e seguenti. Può astenersi dal rendere testimonianza a meno che non abbia il consenso del suo cliente e valuti che l’uso del consenso garantisca la tutela psicologica del cliente. Lo psicologo può derogare all’obbligo di riservatezza solo nel caso in cui ravvisi che si prospettino dei gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del cliente o di terzi. In questi casi e nei casi di obbligo di denuncia o di referto, lo psicologo riferisce lo stretto necessario ai fini della tutela del soggetto.

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